Nuotatore: Marco Paghi
Percorso: da Cavo ( Isola d’Elba) a Follonica ( Gr)
Partenza: ore 9 da Cavo
Arrivo: ore 15.43 presso lo stabilimento balneare Giardino Beach Loc. Pratoranieri a Follonica
Distanza percorsa: 16,1 miglia pari a 29817 metri
Tempo: 6 ore 43 minuti 58 secondi.
Accompagnatore: Angelo Bruno Carosi
Giudici di gara Fin: Piero Ulivieri Elisabetta Ulivieri
Cronometristi del GUG : Sandra Biancani Mario Morganti
Medico di gara: Gianni Verderio
Responsabili assistenza : Lega Navale Italiana con la sezione di Siena
Barca addetta alla rotta : Stefano Panteri con la collaborazione di Sergio Speranza
Barca con la giuria: Fabio Fattorini
Barca di assistenza : Paolo Gistri
Personale a terra: Leonardo Duchini Davide Papi Massimo Paghi
Speaker della manifestazione: Fabrizio Puccini
Responsabile zona di arrivo: Pietro Gavazzi
Organizzare una traversata a nuoto in solitario è come organizzare un matrimonio. Il classico matrimonio, con la bellezza ma anche l’ imprevedibilità di una cena all’aperto.
Devi mandare gli inviti ,scegliere i fiori, il menù, pensare ad ogni dettaglio. Come succede nei matrimoni anche qui se ti dimentichi di invitare qualcuno questo qualcuno si offende.
Quelli che non hai contattato, non per pigrizia o poca considerazione, ma solamente perché non ne sospettavi nemmeno l’esistenza ( circoli nautici, circoli velici, dopolavori vari altre associazioni e via discorrendo) hanno tenuto a farti sapere che ti potevano aiutare che avrebbero partecipato volentieri se solo “avessero saputo in tempo”.
Una esperienza interessante anche per questo.
Come per la cena all’aperto passi i giorni precedenti con il naso all’insù ad osservare il cielo ma
a differenza della cena dove,di solito, prepari, anche se a malincuore, una soluzione al coperto ,qui non hai scampo se il tempo non aiuta. Anche se c è una data di riserva per la traversata è praticamente impossibile rimandarla all’ultimo momento. Troppa la gente coinvolta.
Anche stavolta la vigilia è stata caratterizzata dal maltempo.
Ma più in generale i due mesi precedenti sono stati molto difficili da affrontare.
Ad un certo punto mi è sembrato veramente che tutto remasse contro tanto che mi sono chiesto seriamente se non era il caso di lasciar perdere. Poi ho riflettuto sul fatto che anche queste difficoltà facevano parte del gioco e preparare una traversata è un’avventura che comincia mesi prima ,mesi durante i quali devi essere pronto a superare tutte le difficoltà. Così sono andato avanti.Alla fine
il giorno della traversata se c’è il sole ed il mare è appena accettabile è il giorno più facile, il giorno della festa .
Se mi chiedono se ho mai avuto paura di non farcela rispondo che ho avuto paura di non riuscire a mettere insieme tutta l’organizzazione,che ho avuta paura del maltempo ma non paura di non farcela, una paura che non conosco visto che una volta arrivato fin lì è solo per divertirmi. Come averne paura??
Molti parlano di sfida con se stessi, di impresa: ma il termine che preferisco è avventura.
L’avventura consiste nell’affrontare situazioni improvvise di ogni tipo, un’ esperienza affascinante senza quella forte componente di rischio per la propria incolumità che caratterizza altri sport ”avventurosi”. Nella traversata a nuoto “in solitario”in realtà ci sono almeno 3-4 persone che ti guardano costantemente. Forse farà sorridere ma a me sembra di essere nel posto più sicuro del mondo in cui tutto quello che devo fare è concentrarmi su una delle cose che amo di più: nuotare al massimo con il minimo sforzo.Datemi dieci,quindici minuti ed ho realizzato questa condizione
Voi capite che questo esclude a priori tutte le gare in piscina.
Non che lì vada male ma in mare e su queste distanze è un’altra cosa. Le sensazioni soprattutto sono diverse, più intense.
Lì è il nocciolo di tutto. Certe sensazioni o le provi o no. E se non le provi ogni sport diventa solo fatica e noia .Meglio lasciar perdere.
Ma se le provi difficilmente ne potrai fare a meno e quando non potrai più farlo la nostalgia sarà forte.Un privilegio o una condanna. Propendo per il privilegio.
Il senso di libertà assoluto che ti dà nuotare in mare aperto è la sensazione più forte ma anche la più difficile da spiegare. Dipendi solo da stesso dalle tue capacità sia fisiche che mentali. Mente e corpo diventano veramente un tuttuno.
Questa interrelazione mente-corpo è magnifica perché ti senti vitale. Attenzione: vitale cioè capace di fare.
La consapevolezza poi di fare qualcosa di cui non tutti sono in grado aumenta il piacere, l’autostima ma non è quello il punto. Il punto è che ti senti bene, entri in una dimensione spazio temporale tutta tua. Ed allora il tempo passa velocemente. Molti pensano che sia noioso e ripetitivo
io,invece, non conosco sportivamente parlando qualcosa di altrettanto elettrizzante ( escludendo sport in cui metti in gioco la tua integrità fisica). Con l’onda devi sempre cambiare la bracciata e il baricentro si sposta continuamente. Diventa un gioco, una silenziosa lotta giocosa. E così giocando passano le ore. Poi quando la stanchezza comincia a farsi sentire alzi la testa e vedi che sei prossimo all’arrivo. Allora apri i rubinetti dell’adrenalina ed arrivi. Non sei stanco; se sei stanco non arrivi. Semplice.
È stato così fin da ragazzo, anche in piscina, ogni giorno qualcosa di più qualcosa di nuovo sempre giocando con l’acqua. E così giocando cominci a stare nell’acqua delle ore .
E siccome il mare è più divertente cerchi il mare.
Il resto: 29817 metri in 6 ore 43 minuti e 58 secondi sono dettagli tecnici. L’estrema sintesi di una giornata indimenticabile.