Traversata a nuoto in solitario Portoferraio – Piombino 11/07/2009



Nuotatore: Marco Paghi

Percorso: (Isola d'Elba) partenza dalla spiaggia delle Ghiaie a Portoferraio - Scoglietto - Scoglio del Falconcino-Scoglio del Falcone- arrivo a Marina di Salivoli ( Piombino)

Accompagnatore: Angelo Bruno Carosi

Giudici di gara Fin: Piero Ulivieri Cristina Bianchi

Cronometristi del GUG : Senio Tagliaferri Mario Morganti

Medici di gara: Gianni Verderio Alessandro Mani

Personale addetto alla rotta: Cris Pieraccini e Samanta Tatoni

Personale di appoggio a terra deputato alle comunicazioni e a trasmettere la cronaca della gara. Alla zona di partenza Piero Raimondi Alla zona di arrivo David Papi Leonardo Luchini Massimo Paghi

Speaker della manifestazione: Fabrizio Puccini

Responsabili manifestazione: Capitaneria di Porto di Portoferraio e Piombino

Responsabili assistenza : Lega Navale di Portoferraio e Piombino

Società Master coinvolte nell’organizzazione: Associazione Nuoto Piombino e Nuoto Master Grosseto

Un successo. Un successo annunciato. La vera “sfida” la vera “impresa” è stata quella di annunciare a tutti quello che volevo fare, di invitare tutti a venirmi a vedere. La vera “impresa” è stata quella di riuscire a reggere a livello mentale senza incertezze, senza tentennamenti, con una sicurezza spontanea che a volte mi meravigliava. Del resto sinceramente non ho mai avuto dubbi. Queste distanze anche più lunghe le sento mie c’è un feeling particolare. Avevo promesso di fare una cronometro e ho cercato di farla. A livello mentale la avevo immaginata e vissuta più volte e questo mi ha permesso di controllare benissimo tutte le varie situazioni che la traversata mi ha proposto. L’unica cosa che mi mancava era immaginare l’arrivo che è stato indimenticabile. Un bagno di folla; uno dei sogni di qualsiasi sportivo. Ma la cosa che più mi ha stupito erano i volti delle persone. Erano sinceramente contenti di esserci. Non erano solo contenti per me erano contenti di essere lì, erano emozionati.. Mai avuto tante foto così in vita mia; tutti ma proprio tutti grandi e piccini volevano una foto con me e io ho cercato di dare a tutti la massima soddisfazione. Ho parlato del mondo dei Master, delle nostre gare, della nostra Nazionale e dei Campionati del mondo di Ostia. Ho cercato di mettermi in secondo piano e di mettere in luce questo sport bellissimo ma difficile da vedere. A mio avviso questo percorso ha il pregio di avere due caratteristiche importanti; una è l’attraversamento del canale di Piombino che è un tratto di mare da tutti considerato insidioso, l’altra di avere il percorso finale, quello che va dallo scoglio del Falconcino all’arrivo di una bellezza affascinante. Un tratto di 4-5 km quasi a ridosso della scogliera. Da lassù dall’alto della scogliera è possibile vederti nuotare questi Km . Avevo invitato tutti ( basta controllare il sito alla pagina percorso) a venirmi a vedere e durante la traversata ho fatto annunciare alla spiaggia di Salivoli quando era il momento di venire. E sono venuti. Un palcoscenico incredibile, un teatro naturale dove dare il meglio della propria rappresentazione. Già allo scoglio del Falconcino ti aspettano le canoe e le barche. Tante. Poi ti scortano lungo questo tratto di scogliera come in processione. A me ricordava la processione storica delle barche a Venezia con la barca del doge al centro del corteo. Dall’ alto il colpo d’occhio è magnifico e tu sei il doge. Poi scompari alla vista per un Km e mezzo e riappari improvvisamente in prossimità dello striscione di arrivo che nel frattempo quelli presenti sulla scogliera hanno avuto il tempo di raggiungere. Questo striscione è posto nell’acqua bassa e, casualmente, la parte inferiore toccava l’acqua. Va rimesso così. Dopo aver costeggiato il muro del porto turistico l’arrivo è posto sulla sx ad angolo retto a meno di cento metri. Quando lo vedi ti concentri sulla scritta arrivo e guardi solo lì. Tocchi. Passi sotto lo striscione alzi la testa e centinaia di persone che prima non hai visto sono disposte a semicerchio ad applaudirti. Indimenticabile. Ti alzi in piedi e comincia la festa. Tutti ti vogliono stringere la mano, tutti vogliono la foto anche i bambini ( questo non l’avevo immaginato). Ci sono i giornalisti e ti fanno le riprese. Ti danno il microfono: sei tu il festeggiato. Ho cercato di dare il meglio; sapevo cosa volevo dire ma ora me lo dovevo ricordare senza sbavature senza incertezze. Tenevo molto a questo momento finale perché era quello che tutti avrebbero conservato nella memoria. Tenevo a dare una immagine positiva del nostro sport. Tutti si aspettavano uno affaticato, stanco. Io ho cercato di dare l’immagine di uno sorridente, contento, padrone della situazione, rilassato. L’immagine che si può nuotare 25 km a buoni ritmi senza essere travolti dalla fatica.

Sulle sensazioni in gara non voglio scrivere meritano una trattazione a parte. Voglio solo ricordare l’entusiasmo con cui sono partito: l’entusiasmo di chi sa di andare incontro ad una giornata indimenticabile, una di quelle che ricorderai tutta la vita. Una sensazione che auguro di cuore a tutti. Il saluto alla partenza di Piero Raimondi, socio e dirigente e della Associazione Teseo Tesei dell’Elba, e responsabile dell’allestimento della zona di partenza sintetizza in tre parole, a mio avviso, lo stato d’animo di chi pratica questo sport “ ti invidio molto” . Capisco bene questo stato d’animo perché sono poche le occasioni di fare una 25 km soprattutto se hai una certa età e per la maggior parte che non possiede le caratteristiche necessarie resterà per sempre un sogno. Con questa consapevolezza con l’idea di rappresentare per un giorno tutti quanti parto. L’unico neo è stato il compromesso che ho dovuto fare per l’utilizzo del costumone. Compromesso con me stesso intendo. Avevo detto a tutti che avrei fatto la traversata con dei semplici slip e non ho mantenuto la parola. Chiedo scusa. La volevo fare senza costumone perché così era sempre stato fino a pochi anni fa e mi sembrava giusto, insomma le motivazioni erano tante. Volevo fare una traversata vecchia maniera con qualche difficoltà in più La mia idea era 1) senza costumone 2) senza alimentarsi in gara 3) senza ungersi prima della partenza . Il terzo punto lo avevo lasciato perdere già da qualche mese perché mi era sembrato difficile da controllare da parte dei giudici e forse eccessivo. Ma sul primo e secondo punto ho insistito fino alla fine. Sul secondo punto ero stato in silenzio e ho esplicitato questa mia intenzione durante l’ultima riunione del 05/07. Avevo messo in preventivo che avrei suscitato delle perplessità ma non mi aspettavo fino a quel punto. Mi hanno guardato in modo strano . A me scappava un pò da ridere ma non potevo. Ma come ? Nessuno ricordava che per circa 15 anni sono stato proprio io il punto di riferimento per ogni nuotatore di fondo sull’alimentazione in gara e pre- gara. Sono stato io il primo a dare un approccio tecnico scientifico a questa tematica ed ora mi guardate con sospetto? Io sapevo quello che facevo. In realtà l’avevo già fatto. Certo non lo consiglierei a chi dovesse fare una gara; certo non è cosa da fare abitualmente.. Ma era il modo che avevo scelto per rendere più difficile un eventuale futuro confronto con me. Eppoi non rischiavo nulla ci provavo e se avevo qualche difficoltà mi alimentavo ( tanto in barca avevo tutto). Il giudice di gara Ulivieri dice che anche se non mi alimento non sarà messo nel verbale finale in quanto non sono in grado di controllare. Mi avrebbero dovuto vedere continuamente e non è fattibile. Io non ho insistito visto anche le perplessità iniziali. Non volevo certo creare difficoltà, ho quindi rinunciato ( era inutile se nel verbale finale non veniva scritto) anche se sono convinto che si può fare.
Il primo punto. La notte tra il venerdì ed il sabato 11 Luglio l’ho trascorsa a Portoferraio in una camera a 50 metri dal mare, vicino al luogo della partenza. La notte alle tre vengo svegliato dal rumore, capisco subito di cosa si tratta…… non ci posso credere, il mio amico mare mi sta tradendo. Il vento che anche nei giorni precedenti è sempre stato presente e previsto in diminuizione in realtà è aumentato e il rumore dell’onda è udibile chiaramente. Mi affaccio sulla terrazza ed alle tre di notte complice anche il buio il mare si mostra minaccioso. Niente di trascendentale per carità ma lì realizzo definitivamente che il mare non mi sarà favorevole per realizzare il tempo cronometrico che ho in mente. Certo sicuramente posso arrivare in fondo anche con un mare agitato ma che senso ha ? Il filo conduttore è sempre quello: non cerco di dimostrare a me stesso di poter fare 25 km. Quello lo so già. Quello che cerco è una prestazione che possa colpire l’immaginario che dia un’immagine positiva di questo sport. Arrivare affaticato magari con i segni addosso di qualche medusa darebbe il tono epico all’ “impresa” di cui tutti parlano. Ma non è questo che cerco. Io cerco l’effetto opposto io voglio che dicano all’arrivo “ non è nemmeno stanco”. Rimandare la traversata alla domenica´? No, c’è troppa carne al fuoco troppa gente coinvolta e poi potrebbe essere preso come segnale di paura. Con questo mare (anche se, secondo le previsioni, à destinato a calare è sicuramente diminuita la visibilità in acqua e quindi è diminuita la mia possibilità di vedere e scansare eventuali meduse. Perché ci sono purtroppo. Io stesso l’ho viste più di sempre nuotando all’Elba la settimana precedente. Poi penso anche che in tutto quel rimescolamento sia diminuita la temperatura dell’acqua. Mi rendo conto con sofferenza che queste considerazioni non mi fanno stare tranquillo. Stanno intaccando la mia granitica sicurezza. Devo decidere e con dispiacere decido di diminuire i rischi. Vada per il costumone.

La mattina alle 8 il mare è decisamente più calmo ed io ho la certezza assoluta di arrivare in fondo in modo dignitoso. Una sicurezza che si trasmette a tutti quelli che ho intorno. Vado per divertirmi e si vede. Allo Scoglietto dopo circa km 1,5 e prima boa di virata penso che probabilmente ho fatto la scelta giusta. Trovo le meduse, quelle rosse piccoline, insidiose. Poi devo dire che per tutta la parte restante del percorso non ne vedo più mentre ho ragione sulla visibilità dell’acqua; non è delle migliori. La temperatura dell’acqua è ottimale ( saprò poi essere intorno ai 24° ), ho trovato correnti più fredde vicino a riva la settimana precedente. Le prime tre ore mi diverto a nuotare intorno ai 4 km /ora. Devo uscire il più velocemente possibile dal canale, devo fare più strada possibile prima che si alzi il maestrale. A circa tre quattro Km dallo scoglio del Falconcino il mare ristabilisce i valori di forza in campo: corrente contro. Lì finisce la mia ambizione di nuotare la traversata intorno alle sei ore.

Il tempo finale sarà di 6 ore 44 minuti 28 secondi per 25083 metri.