Traversata a nuoto in solitario Portoferraio – Piombino 11/07/2009



MARCO VISTO DA ME

Cronaca e commenti di una impresa sportiva

Salivoli – 11 luglio 2009 ore 07,15 circa, partenza in gommone per l’Isola d’Elba, meta la spiaggia delle Ghiaie nei pressi di Portoferraio. Questo sarà il punto di partenza della traversata a nuoto in solitario Portoferraio – Piombino. Protagonista un atleta come pochi. Marco Paghi. Sul gommone sono con me i Giudici della Federazione Italiana Nuoto Sigg. Piero Ulivieri e Cristina Bianchi ed il Cronometrista della Fed. Italiana Cronometristi Sig. Senio Tagliaferri.

Il conducente è il Sig. Cris Pieraccini della Lega Navale di Piombino accompagnato dalla sua bella e simpatica ragazza Samanta Tatoni. Gli altri ci aspettano in loco.

Alla partenza i Giudici ed il Cronometrista salgono sulla seconda barca appoggio. Sul gommone sale il Medico Dott. Gianni Verderio grande amico di Marco ed appassionato nuotatore anch’esso.

La partenza viene data alle ore 08,47 con lo sventolamento di una bandiera e contemporaneo tradizionale segnale acustico.

Marco inizia nuotando al ritmo di 79 – 80 bracciate al minuto e, nonostante un moto ondoso piuttosto fastidioso, con stile tecnicamente perfetto. Rotta dunque verso lo “Scoglietto” situato dopo circa 1400 metri e prima inconfutabile boa naturale che, raggiunta dopo 17’ 30” viene lasciata sulla destra iniziando la lunga marcia di avvicinamento verso la costa continentale in direzione dello scoglio del “Falconcino”, seconda boa naturale. Controllo spesso il numero di bracciate che sono costantemente 80 al minuto.

Tra gli strumenti di bordo, con mio immenso piacere, c’e l’ormai insostituibile GPS da quali ricaviamo momento per momento rotta, posizione e distanza percorsa. Dopo 30 minuti i primi 2 chilometri sono fatti, Marco continua a solcare le onde con bracciata elegante e redditizia. Si distende benissimo, sfrutta al massimo la trazione e dopo 1 ora siamo individuati a 42° 50,758’ N - 10° 21,166’ E, la distanza percorsa è di 3.900 metri. Ottimo inizio commento e mi accingo a dare a Marco il primo rifornimento, consistente in due bicchieri di acqua con disciolta una bustina di zuccheri a distanza di 5 minuti uno dall’altro. I successivi rifornimenti sono stati poi fatti a distanze variabili tra i 30 e 45 minuti fornendo lo stesso prodotto ma riducendo ad un solo bicchiere per volta.

Dopo la breve sosta (5”) per il rifornimento, Marco riprende a mulinare le braccia con grande efficacia, sempre con frequenza di 80 bracciate, sostenendosi anche con una buona battuta di gambe, nonostante la lunga distanza da percorrere. Per questo gli segnalo che tutto va bene e di continuare in quel modo. Passa il tempo e sono 5700 i metri percorsi dopo 1 ora e 30 minuti. Ottima media commento, mentre con lo sguardo non perdo di vista l’orizzonte e le onde per tentare di cogliere eventuali variazioni. Sembra tutto tranquillo anzi da questo momento il mare si calma ed il “campo di gara” diviene ideale. Allo scoccare delle 2 ore la distanza percorsa è 7 km. e 700 m. e ci troviamo a 42° 52,229’ N 10° 23.095’ E.

A questo punto, con il mare più calmo, Marco diminuisce il numero delle bracciate perché sulla superficie piatta può allungare le braccia in “recupero” , di conseguenza aumentare la “trazione” e naturalmente diminuisce la frequenza. In questa fase ha un rendimento migliore infatti dopo 2 ore e 30’ ha percorso 10 chilometri e dopo 3 ore siamo a 12,300 (42° 53,856’ N - 10° 25,730 E) percorrendo nell’ultima ora ben 4 km e 600 metri. Siamo ormai in mare aperto, ci stiamo allontanando dalla costa elbana e ci addentriamo nel bel mezzo del canale. Fin qui tutto bene ma ora? Nel canale vento e soprattutto correnti non sono del tutto prevedibili, ma continuiamo a sperare nella buona sorte che finora ci ha assistito. Marco sta bene e a ogni sosta per i rifornimenti mi ha assicurato sulle sue buone condizioni, quindi mi sento tranquillo. Per un po’ le bracciate sono costantemente 76 ma improvvisamente risalgono a 80. Il motivo sta nel quadro atmosferico che rapidamente cambia. Ora un forte vento di Maestrale si leva ed una forte corrente viene percepita sotto la superficie. Marco è costretto ad aumentare lo sforzo per contrastare questa nuova situazione ed aumenta il numero delle bracciate. Fisicamente sta bene e questo per lui non è un grosso problema. Il problema lo abbiamo invece noi in gommone perché mancando una vera e propria chiglia, a bassa velocità veniamo spinti decisamente fuori rotta. Abilissimo Cris, riesce a mettere il gommone in modo da risalire oltre la linea di rotta ideale, ma Marco in acqua incontra grosse difficoltà anch’esso sospinto dal vento e dalla corrente. E’ la fase più critica di tutta la traversata. Dopo 3 ore e 30 minuti i km. percorsi sono 14,00, dopo 4 ore (42° 54,920’ N - 10° 27,800’ E) siamo a 15 e 500, quindi nell’ultima ora Marco ha percorso 3200 metri. Ma queste difficoltà non scalfiscono né il fisico né la mente di Marco, che prosegue con sempre più determinazione che conferma la mia convinzione delle sue qualità e, nonostante qualche naturale umana apprensione, non ho dubbi sull’esito finale.

Tornando alla cronaca, dopo 4 ore e 30 minuti erano 16,900 i metri percorsi. Nonostante il vento ci spinga indietro Marco risale verso il “Falconcino” che sembra beffarsi di lui allontanandosi dispettosamente. Allo scoccare delle 5 ore dalla partenza sono stati faticosamente superati 18 km e 150 metri (posizione - 42° 56,091’ N - 10° 29,000’ E) e sono stati percorsi “soltanto” 2 km e 650 metri nell’ultima ora trascorsa. Quanta fatica per avanzare così lentamente, peccato, avrebbe potuto concludere in un tempo veramente interessante, ma ognuno di noi sa che il mare non può dare certezze. Ma intanto comunque il “Falconcino” è lì a poco più di 1 chilometro, un ultimo sforzo Marco poi tutto scorrerà in discesa . Sono già 5 ore e 30 minuti ed i km sono 19,400 ma a 500 metri c’è il “Falconcino” ormai non ti sfugge più. Lo aggiri dopo 5 ore 43 minuti e 45 secondi ed ora a tutta velocità verso il “Falcone” prima e Salivoli poi. Adesso con vento e corrente favorevole voliamo verso il traguardo. Marco ormai ha finito di soffrire, solca l’acqua come le canoe che ormai lo hanno raggiunto e lo stanno accompagnando all’arrivo. Dopo 6 ore sono stati percorsi 21.500 metri (42° 56,668’ N - 10° 29,567’ E) (ultima ora 3.350 metri), l’entusiasmo sale, barche a vela, altre imbarcazioni di amici e sportivi si avvicinano per fargli sentire il calore e l’ammirazione che hanno per un uomo che ancora crede nelle sfide a se stesso e, pur rispettandola, alla natura. Cerco di immaginare cosa sta provando, credo di saperlo, un lungo, piacevole brivido che risale per il corpo e forse un po’ di liquido ha invaso i suoi occhialini, ma non è acqua di mare. 6 ore e 30 minuti – km 23,600 ancora pochi minuti ed il traguardo di una sfida, di una grande avventura, viene tagliato tra gli applausi di una moltitudine di persone dopo 6 ore 44 minuti e 28 secondi.

Marco, il tempo impiegato è stato certamente superiore alle previsioni, ma una cosa ti può consolare: in questa impresa hai dovuto superare difficoltà che, se pur impreviste, fanno parte di questo tipo di prove ed in fondo aver dovuto lottare come tu hai fatto non può che inorgoglirti. Hai dimostrato a te stesso ed agli altri di che pasta sei fatto. Si, è vero, il tempo impiegato è importante ma come in tutte le altre vicende della vita più si deve lottare e più belli sono poi i ricordi. Ancora una cosa: sono felice ed orgoglioso di essere stato presente a questo evento importante della tua vita così come lo sono stato in altre occasioni e spero di poterti essere vicino ancora ogni qualvolta tu lo ritieni opportuno. Grazie Marco

Angelo Bruno Carosi